Presto 78 nuovi asili nido in Puglia
Data:
06/09/2010Categoria: News Regione Puglia
È il riscontro del bando per i privati che l'assessorato regionale al welfare aveva pubblicato nel novembre 2009
Era stato pubblicato nel novembre del 2009 l'avviso pubblico volto a favorire il potenziamento di una rete estesa, qualificata e differenziata su tutto il territorio regionale di servizi socio educativi per la prima infanzia, al fine di promuovere e garantire il benessere e lo sviluppo dei bambini, il sostegno al ruolo educativo dei genitori e la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura, nonchè di sostenere l“iniziativa privata nell“erogazione di servizi di cura. Ora arriva l“esito con le graduatorie pubblicate sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia, il n. 141 del 2 settembre scorso.
Alla base, la necessità di incrementare i posti disponibili negli asili nido privati, a copertura della domanda complessiva, in una logica di piena sussidiarietà tra il ruolo di governo degli enti locali e la partecipazione al sistema integrato dei servizi sociali del sistema imprenditoriale pugliese, al fine, in particolare, di sviluppare una rete di servizi integrativi funzionali a soddisfare il bisogno di flessibilità e innovatività delle famiglie che attualmente resta largamente disatteso.
In totale sono disponibili circa 14 milioni e mezzo che costituiscono parte della quota regionale di co-finanziamento della Linea 3.2 "Programma di interventi per l“infrastrutturazione sociale e socio-sanitaria territoriale" dell“Asse III "Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l“attrattività territoriale" del PO Puglia 2007-2013.
Tre le linee di intervento: nella linea A previste le ristrutturazioni e/o gli adeguamenti funzionali di Asili Nido e di servizi socio-educativi; la linea B dedicata alla realizzazione di nuovi Asili Nido e servizi socio educativi per la prima infanzia; la linea C per la realizzazione di strutture e servizi per l“infanzia aziendali che destinano almeno il 10% dei posti disponibili all“utenza esterna.
Complessivamente hanno partecipato al bando 82 tra imprese, cooperative, consorzi, fondazioni etc. Di queste 76 hanno richiesto finanziamenti per le linee A e B, 6 per la linea C. Solo quattro gli esclusi per mancanza di requisiti richiesti dal bando.
Destinatari del bando le piccole e medie imprese in forma singola o associate in Consorzi o società consortili al fine esclusivo di garantire la gestione comune dei servizi; le Istituzioni di Pubblica Assistenza e Beneficenza (IPAB) che abbiano completato o per le quali sia in corso il processo di trasformazione in Persona Giuridica di diritto privato; le Associazioni, fondazioni e gli altri enti privati non societari.
Differenti le modalità di finanziamento: i soggetti potranno accedere o al regime di aiuto "de minimis" (massimo 200.000 euro e fino all'80% del costo dell'investimento), o al regime di aiuto in esenzione (con una intensità di aiuto, calcolata in base ai costi ammissibili del progetto, pari al 50% per le piccole imprese e con una intensità di aiuto, pari al 40% per le medie imprese). In tutti e due i casi i soggetti privati dovranno apportare un contributo finanziario attraverso risorse proprie da un minimo del 20% ad un massimo del 60%.
"Secondo il Piano di Azione Nazionale commenta l“assessore regionale alla solidarietà sociale Elena Gentile entro il 2011 dovremmo avere 6 posti nido (pubblici o convenzionati) ogni 100 bambini 0-36 mesi. Abbiamo già investito 57 milioni di euro per la creazione di nidi pubblici, questi ulteriori 14 milioni vanno a rafforzare la rete dei servizi per portare la Puglia in una posizione di eccellenza nei servizi per la prima infanzia. Un“offerta di qualità capillarmente distribuita sul territorio che coinvolge comuni piccoli e grandi con risposte innovative non solo per l“offerta di servizi con orari flessibili, ma anche per la modernità dei percorsi educativi e formativi. La Puglia pareggia gli standard di quelle regioni che da tempo avevano realizzato livelli di offerta degni di un Paese civile. Mentre il Governo taglieggia le risorse per sostenere i servizi di welfare, penalizzando le famiglie più fragili e a rischio di povertà, la Puglia si distingue per la qualità degli interventi che vanno a sostenere anche il protagonismo delle donne. Senza servizi e senza rete di sostegno l“ingresso delle donne nel mondo del lavoro continua ad essere solo una petizione di principio".
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