Cardiochirurgia pediatrica a Bari, continua la situazione di stallo
Data:
28/07/2010Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
L'associazione "Sara" di Copertino ritorna a denunciare la precarietà della struttura. “Sbagliato sognare una cardiologia come quelle presenti in buona parte del Paese?”
È sbagliato sognare una cardiologia cardiochirurgia pediatrica a Bari come quelle presenti in buona parte del Paese? È quanto si chiede da tempo l'associazione di volontariato famiglie bambini cardiopatici "Sara" di Copertino che in un comunicato rivolto all'attenzione del settimanale "Vita" - ritorna a denunciare la costante precarietà dell'Unità di cardiologia-cardiochirurgia pediatrica presso l“Ospedale Giovanni XXIII di Bari. "Prendiamo spunto da un articolo letto sul numero di Vita del 16/07/2010 dal titolo
Beato l“immigrato che si ammala in Puglia - scrive l'associazione -. Nel lontano 2005 è stata chiusa per ristrutturazione l“unità complessa di cardiologia-cardiochirurgia pediatrica; da allora nonostante la donazione del Sultano dell“Oman per l“acquisto di strumenti di ultima generazione, nonostante le sale operatorie ristrutturate, la nuova sala di emodinamica, la nomina di due Primari (un cardiologo pediatrico e un cardiochirurgo pediatrico) e l“enorme sforzo dell“Amministrazione della Regione Puglia, l“Unità stenta a partire".
La Gazzetta del Mezzogiorno del 26 luglio scorso inoltre "dà notizia della possibilità di chiusura del laboratorio analisi dello stesso Ospedale continua l'associazione . Eppure, se la memoria non ci inganna, un tempo si era detto che l“ospedale pediatrico Giovanni XXIII doveva essere un polo materno - infantile sul modello e stile di quelli di Roma e Genova. Con queste notizie i genitori dei bambini cardiopatici sfiduciati da una situazione eternamente precaria, dalle battaglie al fianco delle Istituzioni per sollecitare, supportare il lavoro, sono costretti a migrare al nord per affrontare problemi risolvibilissimi in Puglia, con l“aggravante che, nei momenti di sofferenza, si ritrovano soli e lontani dai propri cari e da tutti gli affetti che, proprio durante la malattia, rappresentano quella marcia in più per continuare a sperare!. Allora ci chiediamo e chiediamo alle Istituzioni: Sono figli di un Dio minore i bambini nati in Puglia? E, permetteteci la provocazione: sono "beati", dunque, i bimbi cardiopatici che si ammalano in Puglia?".
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