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Tutti indietro

Data: 22/06/2010
Categoria: Un libro a settimana
Storie di uomini e donne in fuga e di un'Italia tra paura e solidarietà
Le storie sono il vero filo conduttore del libro di Laura Boldrini portavoce dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati. Storie di uomini e di donne in fuga dai propri paesi perchè perseguitati, storie drammatiche di bambini in viaggio per nove anni prima di raggiungere una meta che si possa definire abbastanza sicura. Storie di donne che fuggono dall'oltraggio e pagano con l'umiliazione e l'abuso. » il volto di un'Italia stretta dentro la forbice della paura, alimentata da una cattiva politica e fomentata da una pessima comunicazione. Oggi, così sostiene l'autrice nel suo libro i cui proventi saranno interamente destinati a borse di studio per ragazzi afgani giunti in Italia senza genitori, si fa una gran confusione nel linguaggio mediatico e corrente, finendo per definire tutti con il termine unico di "clandestini". "Immigrati o rifugiati poco importa. Oggi in Italia è più semplice parlare di clandestini e rimandarli tutti indietro". Ma indietro dove? Dal 6 maggio 2009, data del primo respingimento in Libia, l'Italia contravviene all'art. 33 della Convenzione di Ginevra del 1951 che dichiara il principio di "non respingimento" per le persone rifugiate, pilastro normativo a cui hanno aderito 146 Stati, Italia inclusa. E il libro traccia un arco temporale in cui si intravede la triste evoluzione di un Paese come l'Italia che in maniera sempre più preoccupante si dirige verso l'intolleranza e il razzismo: il Libro bianco sul razzismo parla di 319 casi accertati di razzismo in Italia in due anni (dal gennaio 2007 all'aprile 2009). Accanto a quest'Italia, sempre meno solidale e incastrata nel binomio immigrazione uguale sicurezza, c'è un'Italia silenziosa, taciuta dai mezzi di informazione: è l'Italia della solidarietà, di chi dà una casa e una famiglia, di chi si spende ogni giorno e lotta per l'affermazione dei diritti delle persone, indipendentemente da ogni status, è l'Italia di Riace nella Locride, che ha sviluppato gran parte dell'economia a partire dall'apporto delle persone immigrate dove, come afferma il sindaco, "sono stati più importanti i rifugiati dei bronzi" e di Caulonia dove un sindaco illuminato ha cambiato lo statuto comunale per dare il diritto di voto ai migranti.
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