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Il Piano integrazione? “Speriamo non sia un percorso a ostacoli”

Data: 16/06/2010
Categoria: Altre News
È l'auspicio della Federazione del Centro nazionale opere salesiane rispetto alle misure del Governo nei confronti degli immigrati
La Federazione Scs/Cnos (Servizi Civili e Sociali Centro Nazionale Opere Salesiane) dichiara in un comunicato le sue perplessità sul "Piano nazionale identità e incontro nella sicurezza", meglio noto come "permesso a punti", nell“ambito delle misure del Governo nei confronti degli immigrati. Sarà in vigore da gennaio 2011 e prevede la sottoscrizione di un accordo di integrazione che dovrà essere firmato da ogni straniero richiedente il permesso di soggiorno e che implica un impegno per l“acquisizione della conoscenza di base della lingua italiana, una sufficiente conoscenza della cultura civica e della vita civile in Italia (in riferimento a sanità, scuola, servizi sociali, lavoro, e obblighi fiscali). Le conoscenze acquisite dovranno essere certificate e forniranno un "punteggio". I punti possono però essere persi in caso di condanna penale, mancata frequenza ai corsi di educazione civica... Si legge nel comunicato: "Quello che desta perplessità è che non si vede come un piano così articolato, con i tempi e le burocrazie che sperimentiamo ogni giorno, possa essere applicato garantendo che, nel chiedere nuovi e gravosi impegni, vengano altresì salvaguardati i diritti. Non si è ancora parlato infatti degli strumenti per realizzare quanto presentato e ciò preoccupa non poco: dove sono tutti i mediatori culturali necessari per mettere in atto il piano?". E aggiungono: "Quali saranno le scuole di italiano ed educazione civica abilitate? E con quali soldi, visto che molte incombenze potrebbero cadere sugli enti locali, e in tempo di crisi e di tagli, di certo si guarderanno ad altre priorità. Chi certificherà le conoscenze acquisite? Siamo sicuri che anche questa non si traduca in una potenziale truffa per gli stranieri?". Chi ci dice che, così come in alcuni casi è successo per la sanatoria di colf e badanti, qualche "onesto italiano" con poca dimestichezza con l“educazione civica e la legge, non ne approfitti per vendere punti o attestati? E soprattutto si legge- chi dice che le lezioni di cittadinanza, di regole e di italianità non servano di più agli italianiÖ magari impartite da qualche bravo straniero? Tra inni dimenticati o boicottati, unità rinnegata, condoni e impianti di regole disdegnate, sono solo gli stranieri ad aver bisogno di un qualche buon maestro?" Concludono: "In merito al Piano Nazionale per l“integrazione crediamo che alcuni concetti in esso presenti siano condivisibili, ma richiamiamo l“attenzione a che questo sistema non si tramuti in una sorta di percorso a ostacoli che rende più lunghe e complesse procedure già niente affatto semplici. Dal canto nostro continuiamo a ritenere che l“integrazione si realizza con il rispetto e la conoscenza reciproca, garantendo momenti di incontro e di scambio di qualità, da legare non necessariamente al raggiungimento di un più alto punteggio in una qualche ipotetica graduatoria, ma alla crescita di democrazia e di cittadinanza attiva. Ci uniamo inoltre alle voci di tutte quelle organizzazioni che chiedono garanzie per l“assegnazione della cittadinanza italiana a minori nati nel nostro paese da genitori stranieri. Ottenere rassicurazioni istituzionali in tal senso sarebbe, tra l“altro, un bel modo di festeggiare la giornata mondiale del rifugiato 2010".


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