Cerca nel sito:  

Attenzione alla salute degli immigrati: eccellenza alla Puglia

Data: 15/06/2010
Categoria: Altre News
È quanto rileva un progetto finanziato dal Ministero della Salute. Qualità soprattutto nella pianificazione degli interventi
Nonostante alti e bassi, quasi la metà delle regioni italiane ha un alto livello di attenzione verso il tema della salute degli immigrati. » quanto ha rilevato il progetto "Migrazioni e Salute" promosso e finanziato dal ministero della Salute coordinato dall“Istituto superiore di sanità e presentato a Roma. Lo studio delle politiche sanitarie a livello nazionale e locale è stato affidato all“Area sanitaria della Caritas di Roma attraverso il proprio Osservatorio sulle politiche locali per l“assistenza sanitaria agli stranieri. L“analisi è stata condotta su 684 atti, (60 leggi regionali, 63 atti o normative nazionali, 68 piani sanitari e 492 delibere) emanati dal 1995 fino agli inizi del 2010, in Italia emerge che quasi la metà delle regioni italiane hanno un alto livello di attenzione verso il tema della salute degli immigrati. Tra Nord e Sud Italia, per quanto riguarda sia l“indice sul livello di avanzamento delle politiche sanitarie, sia l“indice di impatto delle politiche sanitarie, è il Centro a posizionarsi complessivamente in una posizione migliore, ma l“eccellenza va alla Puglia, spiega lo studio, soprattutto per quanto riguarda la pianificazione degli interventi. Calabria e Basilicata mostrano, invece, un livello minimo e scarso di impatto delle politiche sanitarie per gli immigrati. Tra le regioni anche chi fa retromarcia come il Friuli Venezia-Giulia, in passato all“avanguardia, oggi ha subito una battuta d“arresto ed anche la Lombardia, spiega la ricerca, "non mostra particolare attenzione" al tema. "Il progressivo decentramento amministrativo e politico spiega Salvatore Geraci, responsabile dell“area sanitaria per la Caritas di Roma sta producendo estrema eterogeneità sul territorio nazionale dovuta ad una più o meno specifica attenzione a livello locale. ciò può determinare disuguaglianze sia in ambito di accesso ai servizi, sia in ambito di profilo di salute della popolazione immigrata". La ricerca ha analizzato in modo comparativo le politiche delle regioni sulla salute degli immigrati, inclusi rom, richiedenti asilo e rifugiati, con un“attenzione rivolta principalmente alla valutazione della presenza di linee guida e analisi del bisogno, ad interventi di prevenzione, alla formazione degli operatori, al peso della mediazione e all“assistenza. "Grazie alle indicazioni delle regioni e coerentemente ad una rilevazione condotta in 1.004 servizi sanitari in tutt“Italia e con 21 studi caso spiega lo studio -, uno per regione e provincia autonoma, è emersa la necessità di lavorare, oltre che su una pianificazione sanitaria specifica, su alcuni punti chiave per migliorare l“equità di accesso e la qualità di trattamento delle cure degli stranieri". Occorre, spiega ancora lo studio "focalizzare l“attenzione su quanto già esistente nel nostro paese relativamente alle informazioni desumibili dai flussi correnti e alle specifiche politiche regionali", ma è necessario anche "individuare buone prassi che si avvalgano di un approccio multidisciplinare attraverso la collaborazione integrata tra operatori sanitari, anche per stimolare tra gli immigrati alla tutelare della propria salute". Per Carla Mauro, del ministero della Salute, infine, per quanto riguarda l“intervento sugli immigrati in Italia il ruolo del ministero della Salute è limitato. "Nel nostro Paese c“è una contraddizione: che sulla salute degli immigrati sia titolare il ministero dell“Interno ha affermato. Secondo noi le politiche della salute degli immigrati sia regolari che irregolari, dovrebbero essere trattate in uno stesso ministero che tutela la salute di ogni individuo. Purtroppo nel nostro Paese è così ed è proprio per questo che in qualche modo, in materia di immigrati soprattutto irregolari, a volte il ministero non riesce ad avere neanche voce proprio perchè non è il titolare di capitoli di spesa e di bilancio".


Torna all'elenco delle notizie
Sede centrale: Via Gentile, n.1a Lecce Tel.: 0832 392640 Fax: 0832 392640 E-mail:
Copyright © 2013-2015 Csvsalento. Tutti i diritti riservati.