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Residuo fisso

Data: 10/06/2010
Categoria: Film e Documentari
Il documentario di Mirta Morrone denuncia l'inquinamento nelle falde dei pozzi d“acqua abruzzesi, la discarica abusiva di rifiuti tossici e nocivi più grande d'Europa
Cosa accade se un cittadino decide di far analizzare l“acqua del proprio rubinetto di casa? Nel 2007, in Abruzzo, sul confine meridionale del Parco Nazionale del Gran Sasso, è stata scoperta la discarica abusiva di rifiuti tossici e nocivi più grande d“Europa. 480.000 tonnellate di scarti chimici a diretto contatto con la falda acquifera più importante dell“Appennino. È quanto denuncia "Residuo fisso", documentario del 2009 di Mirta Morrone in collaborazione con il WWF a tematica, per così dire, ambientalista, sull'inquinamento nelle falde dei pozzi d“acqua abruzzesi. Come conseguenza di questo scempio ambientale l“intera Val Pescara, 450.000 abitanti, per almeno 17 anni, ha bevuto e pagato acqua contaminata da sostanze cancerogene, ma a rendere pubblica quest“informazione, nonostante ne fossero a conoscenza, non sono state le istituzioni quanto piuttosto una casualità. Quello di Bussi sul Tirino, e in generale della Val Pescara, è un disastro ambientale di proporzioni inimmaginabili, unico in Italia e in Europa per le potenziali conseguenze per la salute dei cittadini. Una situazione, quella di Bussi, che non ha mai beneficiato della visibilità della cronaca nazionale, restando pertanto un omissis della malagestione della cosa pubblica. Le analisi ordinate dal pubblico ministero incaricato di indagare in merito all“inquinamento della zona, hanno accertato nella falda la presenza di sostanze cancerogene e tossiche, con punte di tre milioni di volte i limiti di legge per il cloroformio, 420000 volte per il tetraclorometano, decine di migliaia o migliaia di volte per tante altre sostanze pericolose tra cui mercurio, cloruro di vinile, tricloroetilene: molte altre, seppure in quantità più ridotte - ma pur sempre eccessive -, sono le sostanze nocive rinvenute nella zona. Oggi politici di spicco locali anzichè puntare l“attenzione sulla bonifica dell“area s“interessano in primis di una sua possibile reindustrializzazione. Il video segue tre livelli narrativi: il passato, ritrovamento della discarica e riscontro delle sue implicazioni sulla salute dei cittadini; il presente, evidente contrasto d“opinioni sulle scelte da prendere; il futuro, che mondo stiamo lasciando alle nuove generazioni? Il cortometraggio si è aggiudicato il premio per la migliore regia, nella sezione Internazionale Doc "Identità & Diversità" della prima edizione del CinemAvvenire Video Festival, indetto dall“Associazione Centro Internazionale CinemAvvenire. "Residuo fisso" ha anche ottenuto altri prestigiosi riconoscimenti in ambito nazionale, come il Premio per il Migliore Cortometraggio al Sila Film Festival nel giugno 2009 e la Menzione Speciale della Giuria al Marcarolo Film Festival nel settembre dello stesso anno.


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