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Dalla Cassazione un "no" alle adozioni da parte di coppie "razziste"

Data: 03/06/2010
Categoria: Altre News
Gli aspiranti genitori non potranno scegliere il colore della pelle del minore da adottare
Niente bambini alle coppie di aspiranti genitori che, nelle procedure delle adozioni internazionali, dichiarano davanti al giudice di volere solo minori di determinate etnie. Lo ha deciso la Corte di Cassazione nella sentenza 13332 appena pubblicata e riferita ad una coppia siciliana che voleva adottare solo bambini di razza europea. In questi casi "Il giudice sottolinea la sentenza scritta dal consigliere Maria Rosaria San Giorgio oltre ad escludere la legittimità delle limitazioni poste dai richiedenti alla disponibilità all“adozione in funzione dell“etnia del minore, dovrà porsi il problema della compatibilità della relativa indicazione con la configurabilità di una generale idoneità all“adozione". Dunque a doversi mettere in discussione sarà la stessa idoneità della coppia "razzista" a candidarsi per l'adozione in generale. Inoltre, la Cassazione batte il tasto sulla necessità che i servizi sociali diano formazione adeguata alle coppie che intraprendono le procedure di adozione internazionale per guidarle verso "una più profonda consapevolezza del carattere solidaristico, e non egoistico, della scelta dell“adozione e prevenire opzioni di impronta discriminatoria". Con il sostegno psicologico aggiunge la Suprema Corte si possono aiutare le coppie a superare le difficoltà di accogliere "un bimbo che non sia a propria immagine", o le paure di quanti dicono "no" al bimbo "diverso" "per il timore di fenomeni di xenofobia che espongano a rischio l“integrazione del minore nell“ambiente sociale e creino in lui problemi di adattamento". Soddisfatta della sentenza l'AiBi - Associazione amici dei bambini - che da anni lotta contro i decreti razzisti."Per AiBi si conclude una battaglia iniziata 10 anni fa", commenta Marco Griffini, presidente di AiBi. "La Cassazione ha dato finalmente l“indicazione di cosa sia l“adozione internazionale, con una sentenza di enorme impatto culturale. Credo che questa pronuncia possa finalmente aprire la strada a una nuova cultura dell“accoglienza, in cui un bambino ha diritto ad essere amato indipendentemente dal colore della sua pelle, dalla sua età, dal sesso, dal suo stato di salute". Del tutto fuori dal coro, la voce di Stefano Bernardi, di Enzo B, ente quasi "specializzato" sulle adozioni in Africa. Chiamato in causa, vista la maggioranza dei bambini di colore che fa adottare in Italia, Bernardi prende le distanze da "questa idea praticamente monocorde di genitorialità eroica". "Qualcuno mi deve spiegare perchè devo bollare come indegna", prosegue Bernardi, "una giovane coppia che vive in un paesino delle montagne piemontesi e che timidamente confessa la sua preoccupazione ad accogliere un bambino di colore. L“inserimento di un minore va valutato nel contesto, tenendo conto di tutti i fattori. Sono ben consapevole che alcune coppie considerano l“idoneità vincolata quasi come una "patente" ad adottare bambini secondo le loro preferenze, ma restano una minoranza rispetto ai tanti che sono genitori normali, che confessano le loro paure e le loro inadeguatezze. Se non teniamo conto di questo, allora eliminiamo del tutto l“idoneità e diciamo che ci baseremo solo sul parametro dell“eroismo".


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