Schiume in mare e depuratori
Data:
17/05/2010Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
Le associazioni: “Non si può fare finta che non esistano. I sindaci facciano di più”. Continua la mobilitazione di volontari e cittadini
Dopo la petizione delle mille firme raccolte il 1° maggio dalle associazioni SOS Costa Salento, Coppulatisa, Gaia, Arci Japige, Mir Preko Nada, Tonga Soa, cui si sono aggiunte Legambiente e l“associazione Capo di Leuca Rurale (che federa 25 aziende agricole e agrituristiche), per fermare lo scarico in mare del depuratore di Corsano e un maggiore controllo della depurazione in generale nel Sud Salento,
volontari e cittadini si sono dati appuntamento il 15 maggio a Tiggiano nella sede del CSV, per fare il punto della situazione e per rilanciare una battaglia di civiltà e di sviluppo. In una sala stipata all“inverosimile, erano anche presenti alcuni amministratori (Corsano, Tiggiano, Alessano, Gagliano del Capo, Castro), ma soprattutto cittadini e turisti.
Il primo dato è stato proprio l“alleanza che si è consacrata a Tiggiano tra volontari e operatori economici del turismo e dell“agricoltura: "Noi siamo dalla parte di questi volontari che dimostrano di amare questa terra ha detto Danilo Tedesco dell“associazione Capo di Leuca rurale e anche se vengono ostacolati da una classe politica spesso miope e succube, sono questi volontari i costruttori della vero bene di questa terra. Se non ci fossero loro, sicuramente tutti gli appetiti rapaci di chi vuole solo fare business in terra e sulla costa, avrebbero vinto".
Il depuratore principe dell“inefficienza, secondo l“avv. Mario Tagliaferro di SOS Costa Salento, è quello di Corsano:
"A tutt“oggi questo depuratore scarica in mare di tutto lo scorso anno nei mesi di luglio-agosto ha ricevuto 4 multe dall“ARPA per essere uscito fuori parametri! - e si sta aspettando come manna dal cielo la firma di una delibera della giunta regionale che praticamente consegna nelle mani dell“AQP tutta la gestione del sistema della depurazione fino all“affinamento, ma anche il sistema dei controlli. Ma gli amministratori di Corsano si sono superati, in quanto sono riusciti anche a bussare nelle tasche dei cittadini: nei prossimi mesi aumenterà il costo le bollette dell“acqua perchè bisognerà pagare l“affinamento dei liquami del depuratore. Insomma, l“AQP decide come e quanto depurare, si autocontrolla, si finanzia con i soldi dei cittadini. E intanto le schiume rimangono, e pure il divieto di balneazione". Ha chiosato il consigliere di minoranza Biagio Raona di Corsano: "Quel protocollo voluto dal sindaco Cazzato è inutile, perchè poteva procedere con le stesse autorizzazioni della provincia dello scorso anno per lo sversamento in terra. Ma sarà anche la pietra tombale sulla possibilità di trovare soluzioni alternative a quelle dello sversamento nel mare".
Il depuratore di Castrignano del Capo, Gagliano, Patù, che ha sede a poca distanza da Leuca, secondo Valerio Ferilli di Legambiente, è un altro mostro di inefficienza. "Chi amministra il Comune e chi gestisce l“impianto dice che tutto va bene, dice che il sistema delle trincee drenanti sono efficaci, chiama pure le scolaresche e le TV. Invece non è assolutamente vero che le cose vanno bene: basta andare allo sbocco di queste trincee drenanti, all“inizio del Canale di San Vincenzo, e si vede chiaramente che i liquami che fuoriescono sono dannosi, inquinanti, distruttivi. In 10 anni di battaglie non siamo riusciti a smuovere di una virgola chi ha responsabilità, nonostante che abbiamo proposto soluzioni alternative serie, indicate da esperti di valore nazionale. Nè i sindaci, nè l“AQP hanno intenzione di modificare lo stato di fatto, e intanto Leuca è sotto lo scacco di questo depuratore, che durante ogni stagione estiva provoca schiume, presenze di inquinanti, rischi per la salute pubblica, come ha dimostrato Goletta Verde lo scorso anno che si è fermata a Leuca".
A parlare del depuratore di Tricase l“ing. Sergio Fracasso: "E“ un depuratore in teoria innovativo, perchè prevederebbe il riuso agricolo, ma nei fatti è una bomba a orologeria. Un impianto incompleto che non si completerà mai, soprattutto nel sistema del riuso delle acque. E intanto i liquami più o meno depurati finiscono in mare, nella splendida baia di Canal del Rio. E anche gli amministratori che si sono succeduti in questi anni hanno dimostrato miopia, o di essere succubi o peggio incompetenti, e si sono completamente affidati ai tecnici, nonostante le evidenze chimiche e visive delle sostanze inquinanti". Decisamente migliore, a parere di Giovanni Ponzetta di Legambiente, la situazione del depuratore di Salve, tant“è che proprio le marine di questo comune hanno ricevuto pochi giorni fa la Bandiera Blu; anche se non si possono nascondere frequenti criticità nei sistemi di filtraggio.
La sintesi dell“incontro l“ha fatta il presidente di SOS Costa Salento Luigi Russo: "Innanzitutto c“è un predominio da parte dell“AQP in tutta la materia della gestione delle acque, e in particolare nella gestione degli impianti di depurazione, dove non ha solo la funzione tecnica, ma anche quella politica, rendendo le azioni delle amministrazioni comunale decisamente irrisorie e succubi; poi c“è il problema della inefficienza della rete dei depuratori, ormai troppo vecchi, i quali nella riconversione dallo scarico in falda verso la superficie, sono diventati praticamente ingestibili, soprattutto rispetto al recapito finale (il mare); c“è un problema di cattive abitudini da parte dei cittadini, che scaricano nella fogna nera notevoli quantità di sostanze non consentite (polveri di marmo, acidi, acqua piovana, oli dei frantoi, ecc.) che mandano in tilt gli impianti e i sistemi di filtraggio, provocando dei black-out degli impianti e quindi conseguente immissione nei recapiti finali di materiale inquinante; c“è infine il problema della mancanza di una strategia rispetto al riuso di questi liquami depurati, che vengono letteralmente "gettati via" o a terra o a mare, e l“incapacità di immagine soluzioni come quella di convogliare in un unico punto l“immissione al mare, magari a due km al largo".
Le associazioni e i cittadini presenti hanno infine deciso di continuare la mobilitazione, perchè al più presto si arrivi a una deviazione a terra dei liquami del depuratore di Corsano e a un più efficace sistema di controlli; chiederanno nei prossimi giorni un incontro con l“assessore regionale ai lavori pubblici Amati, per concordare con lui una fase di riorganizzazione del sistema dei depuratori del Sud Salento, per evitare che essi con le loro inefficienze si trasformino in killer del mare e delle campagne salentine, uccidendo così l“economia turistica di questo territorio.