Maltrattamenti degli animali nei canili pugliesi
Data:
08/03/2010Categoria: Altre News
Cicto, una piattaforma di oltre 60 organizzazioni europee, denuncia la violazione dei diritti e lo sviluppo del business
Riflettori puntati sull'Italia, specialmente sulla Puglia. L'Europa ci guarda e purtroppo, non per ammirarci, ma per esprimere tutto il suo sconcerto nei confronti di uno dei Paesi più civili al mondo, dove altresì si compiono atti di immensa inciviltà. È la lesione dei diritti degli animali che ci rende tristemente famosi, e la tortura organizzata dei canili italiani. A dirlo è la
Cicto, una piattaforma costituita da oltre 60 organizzazioni della Svizzera, Germania e altre Nazioni europee. "L'adozione dei cani non è la soluzione al problema, ma solo una reazione disperata contro lo stato incredibile dei cani italiani", ha affermato la presidentessa della Cicto Yvonnne Risch, durante una convention svoltasi a Bari.
"Chi vede questa sofferenza è spronato ad aiutare - ha proseguito la Risch. La pressione sull'Italia è in aumento. 20mila cittadini stranieri hanno protestato negli ultimi mesi scioccati dal sistema di maltrattamento di animali organizzato. Per questo motivo, hanno firmato una petizione per boicottare le vacanze turistiche in Puglia, l'inferno dei cani". Nell'incontro, sono stati mostrati
video che documentavano le atrocità a danno degli animali nelle strutture pugliesi, come il canile di Cassano, dove ogni giorno si consumano vere e proprie torture. Gli animali muoiono di fame e di sete, i cani malati e feriti non sono curati da veterinari competenti, vivono nei loro escrementi, sprofondandoci le zampe, ma anche il pericolo di epidemie. I cani inoltre, vivono in spazi ristrettissimi, contro la loro natura, non vengono sterilizzati, non sono protetti dalle intemperie e non hanno alcuna possibilità di essere adottati perchè l'accesso al pubblico, per ovvie ragioni, è vietato e reso impossibile. In altre parole, nessun cane esce vivo dal canile, e la legge in questi luoghi di terrore praticamente non esiste.
Si è sviluppato un crescente business, sulla gestione dei canili. Come spesso riportato su queste righe, i canili sfruttano i soldi pubblici, perchè per ogni cane che vi entra, si hanno più soldi. Per cui, a questi gestori senza scrupoli - avvantaggiati dalla mancanza di controlli - non rimane che intascare quanto si ottiene dagli enti territoriali (come il Comune di appartenenza), destinando però, quasi nulla alla reale cura degli ospiti a quattro zampe. "
Vi chiediamo -ha asserito la presidentessa Cicto- che qui venga finalmente rispettata la legge in vigore (lg 281/91, sulla protezione degli animali, ndr). Che siano effettuate le sterilizzazioni per tutti i cani, che i randagi sterilizzati vengano rimessi sul luogo dove sono stati trovati, che nei canili gli animali possano vivere in maniera adeguata e curati dignitosamente, che nessun cane debba morire di fame o di sete. Ma anche che i canili siano aperti al pubblico, in modo da consentire le adozioni, che le persone che abbandonano gli animali siano punite...". Già, quello dell'apertura al pubblico di queste strutture ha qualcosa di sarcastico in una città come Bari. Qui, esistono canili convenzionati con un Comune cieco e disinteressato, che non permettono l'ingresso neppure alle associazioni animaliste che, come prescrive una legge carta straccia, avrebbero il diritto e il dovere di entrarci.
"A Bari esiste il canile gestito da una stranissima società, la Mapia, che in base al suo statuto sociale, può occuparsi in svariate attività: dal commercio di abbigliamento alle pulizie, per finire con la gestione di canili. Insomma, una scatola in mano di qualcuno per gestire molte cose. I cani qui, sembrano sparire, come nel canile di Cassano. E nessuno può entrare, se non in orari stabiliti, ma quello che sorprende davvero è che nel canile Mapia esista un percorso come nel Luna Park continua Cicto - Un percorso guidato che non consente al visitatore di incrociare lo sguardo di tutti i cani che ne sono ospiti, ma solo di alcuni. Gli altri, quelli che non è dato vedere, sono posti in una parte della struttura nascosta e, come dicono fonti informate, sono quelli che stanno peggio, maltrattati e lasciati morire. Ma cosa può importare a questi gestori senza scrupoli, che fanno della vita delle creature un business, quando non c'è nessuno che controlla? Neppure il Comune di Bari, che sborsa i soldi? I lager ce li abbiamo in casa e a cielo aperto, senza che le Autorità facciano quanto devono anzi, fanno di più: rinnovano periodicamente le convenzioni con questi privati imprenditori che lucrano tra le sofferenze immeritate dei cani.