Indici di integrazione
Data:
25/01/2010Categoria: Un libro a settimana
Qual'è il grado di misurazione per definire la presenza straniera in Italia? L'integrazione nel nostro paese vista dalla parte degli immigrati
La società italiana si caratterizza sempre più come multietnica, i rapidi flussi migratori che hanno investito l“Europa e in particolare il nostro paese pongono l“esigenza di affrontare realisticamente la questione integrazione. Ma cosa si intende con questo termine e
quale è il grado di misurazione per definire la presenza straniera in Italia? Quali sono gli aspetti socio-anagrafici, culturali ed economici? Promosso dalla Fondazione Ismu, il testo, curato da Vincenzo di Cesareo e Gian Carlo Blangiardo, è stato possibile grazie alla collaborazione di autori vari e alla presenza di diverse istituzioni. Correlato da numerose tabelle statistiche e riferimenti bibliografici
approfondisce il tema della realtà migratoria italiana attraverso i risultati di una indagine specifica che ha coinvolto circa 12 mila immigrati, localizzati in 32 diverse realtà territoriali.
Osservando la graduatoria delle singole unità territoriali
la posizione leader rispetto all“indice totale di integrazione è detenuta dalla provincia di Trento, seguita da quelle di Massa Carrara, Modena e Ravenna, nelle ultime si collocano
Pescara, Pisa, Napoli, Pistoia e Catania. Titolo di studio elevato per la maggior parte degli immigrati presenti: il 18,7% è infatti laureato e il 42,2% è in possesso di un diploma di scuola media superiore. Il gruppo maggiormente integrato è quello proveniente dall“America Latina seguito da quello dell“Est Europa. Formalmente non più immigrati ma neo-comunitari i romeni costituiscono la nazionalità per numero, più significativa sull“intero territorio nazionale. "Gli immigrati più istruiti mostrano una maggiore conoscenza e un più diffuso impiego della lingua italiana, dichiarano un maggior utilizzo dei media italiani e un più spiccato interesse verso ciò che succede in Italia, dicono di trovarsi bene e di sentire di appartenervi più di quelli che hanno tutoli di studio inferiori".
Il punteggio totale più elevato rispetto all“indice di integrazione per appartenenza religiosa è raggiunto dai copti, seguiti dai cattolici e a pari merito da coloro che non seguono alcuna religione. I punteggi inferiori sono ottenuti dai buddisti e dai sikh seguiti dai musulmani. A metà gli ortodossi, gli evangelici e gli induisti. Considerando i cattolici come il gruppo più vicino culturalmente alla popolazione italiana (così come i copti e chi non segue alcuna religione) gli autori del testo sottolineano che "l“ipotesi relativa alla correlazione tra una minor distanza culturale e un elevato punteggio di integrazione risulta confermata". Il processo di integrazione e i suoi diversi volti, visto dalla parte degli immigrati.
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