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Un presente "già futuro", spesso privo di riferimenti e modelli

Data: 17/11/2009
Categoria: Altre News
È lo scenario che si trovano ad affrontare bambini ed adolescenti di oggi, “generazione provvisoria”, secondo il nuovo rapporto Eurispes-Telefono Azzurro
Bambini e adolescenti oggi in Italia, una "generazione provvisoria". Questo il ritratto che si ricava dal 10° rapporto nazionale sull'infanzia e l'adolescenza, curato da Eurispes per Telefono Azzurro e presentato a Roma. Le due grandi indagini - bambini e adolescenti-, svolte all'interno del mondo scolastico, hanno interessato circa 2.500 bambini e ragazzi in 33 scuole di ogni ordine e grado. L'Identikit del bambino e' stato tracciato attraverso un questionario somministrato a bambini con un'età compresa tra i 7 e gli 11 anni, frequentanti la terza, quarta e quinta classe della scuola primaria e la prima classe della scuola secondaria di primo grado. L'identikit dell'adolescente, invece, ha raccolto gli orientamenti dei ragazzi dai 12 ai 19 anni, frequentanti la seconda e la terza classe della scuola secondaria di primo grado o una delle cinque classi della scuola secondaria di II grado. I questionari analizzati sono stati 1.090 per quanto riguarda l'infanzia e 1.373 per l'adolescenza. "Saranno gli uomini del domani - ha detto afferma Gian Maria Fara, Presidente dell'Eurispes -, eppure i bambini e gli adolescenti di oggi appartengono sempre più ad una "generazione provvisoria", che se da una parte sente l'instabilità del presente velocizzato dall'avvento e dalla diffusione delle nuove tecnologie tanto da poter parlare di un presente già futuro, dall'altra si trova spesso priva di punti di riferimento e di modelli che ne orientino la crescita e ne sviluppino le potenzialità. I contorni del futuro per i giovani sono resi ancora piu' incerti e sfocati dalla crisi dei valori del mondo adulto, in una situazione di mutamenti radicali del mondo del lavoro e nell'incertezza dell'economia globalizzata. Quando si parla di futuro negato ha proseguito il presidente dell'Eurispes - non ci si riferisce solamente a quei minori che subiscono abusi, che incappano nella devianza o a quelli costretti a vivere in condizioni di estrema povertà. È sotto gli occhi di tutti come, anche per quei ragazzi che si trovano inseriti in contesti fortunatamente meno problematici, che offrono loro opportunità, mezzi, e perfino, in molti casi, una abbondante dose di superfluo, si puo' parlare, in questi anni, di un vero e proprio spreco di potenzialità. Lo testimonia, nel modo più evidente, la diffusione di comportamenti di devianza borghese, o devianza normalizzata". Occorre quindi, sottolinea il rapporto, "che gli adulti, la società, la politica, le istituzioni prendano maggiore coscienza della necessità di offrire la pluralità di elementi necessaria affinchè i giovani possano riappropriarsi del futuro e dell'idea che ce ne sia uno possibile, migliore, nel quale proiettarsi esprimendo pienamente la loro identità e sfruttando le innumerevoli potenzialità che hanno, come mai e' accaduto per le precedenti generazioni, a disposizione". "Oggi sappiamo - ha spiegato Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro- che i bambini e gli adolescenti, la cosiddetta generazione tecnologica, vivono un momento storico di particolare complessità che, accanto alle infinite possibilità offerte dalle nuove tecnologie, presenta le sfide della multiculturalità, delle strutture familiari in rapido mutamento, della crisi economica. Inevitabilmente, le trasformazioni sociali e familiari hanno un impatto sul loro benessere e sulla loro possibilità di sognare il futuro: e' come se davanti all'incertezza del futuro e alla crisi dei modelli del passato, ormai inadeguati e superati, i bambini e gli adolescenti fossero intrappolati nel presente, oltre che soli nell'individuazione di nuovi modelli e nella risposta alle difficoltà quotidiane. Appaiono abituati a cavarsela in autonomia, senza l'ausilio degli adulti: di fronte al bullismo, non solo dichiarano di non chiedere aiuto agli insegnanti e ai genitori, ma portano alla luce una realtà nella quale anche il sostegno tra coetanei sembra essere estremamente raro. Lo dimostrano anche i dati della nostra indagine che evidenziano come quasi il 7% degli adolescenti dichiari di uscire portando un coltello o un altro oggetto con cui difendersi e come il 37% conosca almeno un ragazzo che ha questa abitudine".


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