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A Brindisi si va a scuola di antimafia

Data: 09/11/2009
Categoria: Altre News
Centocinquanta docenti tra i banchi di scuola per apprendere pratiche e metodologie della legalità. Obiettivo: far crescere il tessuto della giustizia sociale e della legalità
Che la legalità sia un fatto di cultura che va praticata fino a diventare esperienza di vita quotidiana, pare si siano accorti gli insegnanti di più scuole (dalle medie, ai licei, agli istituti professionali) a Brindisi che hanno messo su una rete di interventi per la promozione della legalità e il contrasto di tutte le forme di illegalità. Terra di frontiera, protesa sui Balcani e l'Albania, a Brindisi, città portuale, per molti anni l'economia si è basata sul contrabbando, principalmente di sigarette. "Da grande mi piacerebbe fare il contrabbandiere, così guadagno bene, mi compro la bicicletta e non devo faticare troppo". » il tema di uno studente delle scuole medie del quartiere Perrino, dove più che in altri posti della città si avverte il disagio. Ma è anche diventato il paradigma da cui partire per germinare una nuova cultura dell'antimafia e dell'anticriminalità. » quella che gli insegnanti definiscono la "nuova fase della didattica dell'antimafia", una fase che li coinvolge da vicino e li porta tra i banchi di scuola per un anno intero. Sono ben centocinquanta gli insegnanti iscritti e tantissimi i docenti: dal magistrato calabrese Enzo Macrì, ad Anna Canepa della procura nazionale antimafia a don Luigi Ciotti e tanti altri ancora. Ma non è l'unica iniziativa, quella della scuola per docenti messa in campo dai brindisini per far crescere il tessuto della legalità. Accanto c'è un brulicare di situazioni: ad esempio l'osservatorio regionale Leges con la sua sede provinciale proprio nella città portuale per contrastare il fenomeno del bullismo, educando alle buone pratiche giornaliere (dal pagare il biglietto sul mezzo pubblico al rispetto del verde); o ancora il progetto alla legalità di una scuola di Mesagne che ha portato alla realizzazione di un video documentario sulla mafia, passando attraverso le paure dei genitori e il coraggio delle prime classi. Ma c'è anche la scuola di politica che ha eletto un consiglio comunale di ragazzi, spesso portavoce di istanze e suggerimenti agli amministratori veri. Insomma una vera e propria cortina sociale quella creata dal gruppo dei professori brindisini i cui frutti ci si augura di vederli con gli anni.


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