Contro tutte le mafie per aprire spazi di libertà
Data:
19/10/2009Categoria: Altre News
A tre anni dalla prima edizione tornano gli Stati generali dell'antimafia. Una sfida per fare cittadinanza, informazione, giustizia
Legalità, giustizia, solidarietà: queste le parole chiave che animano la seconda edizione degli "Stati generali dell'antimafia", organizzati da Libera con la convinzione che la prima vera risposta al controllo mafioso del territorio è la pratica di cittadinanza e partecipazione che singoli, associazioni e formazioni sociali di ogni genere sono chiamati a vivere. Le
"Contromafie" dunque con l'appuntamento di
Roma dal 23 al 25 ottobre e quelli promossi sul territorio nazionale vogliono essere un'occasione cruciale per offrire contenuti all'associazionismo che si occupa di lotta alle mafie e che si batte per legalità e giustizia sociale. E si propongono anche di verificare gli esiti del confronto avviato con le istituzioni, con la politica e gli altri soggetti. Il messaggio degli Stati generali, dopo la prima edizione nel 2006, non è solo ovviamente negativo contro tutte le mafie, ma soprattutto positivo perchè "è necessario 'essere contro' tutte le mafie e la corruzione si legge nel documento di presentazione dell'iniziativa ed è più importante 'essere per' costruire percorsi e spazi di libertà, cittadinanza, informazione".
A tre anni dai primi Stati generali, dunque, appuntamento con la verifica della realizzazione delle proposte contenute nel manifesto della prima edizione, per sottolineare gli obiettivi raggiunti e denunciare lacune e ritardi.
Le mafie prosperano sulla sofferenza e lo sfruttamento degli esseri umani, negando loro la dignità di persone e di cittadini. Alcuni dei business più odiosi si legge ancora nel documento nascono da profonde violenze, fisiche e psicologiche, esercitate ai danni di individui inermi. Dal traffico degli esseri umani, allo sfruttamento della prostituzione e al mercato delle braccia, passando per le tante morti provocate dal traffico degli stupefacenti. Vecchie e nuove forme di schiavitù che richiedono una nuova "parola di libertà", una delle grandi tematiche su cui queste "Contromafie" intendono concentrare l'attenzione. E l'attenzione alla cultura, inoltre, a partire dalle scuole per finire alle altre agenzie formative, è da sempre una priorità del movimento antimafia nella costruzione di una nuova soggettività civile: le diverse capacità espressive della persona vengono così sollecitate attraverso progetti e iniziative finalizzate a costruire un rinnovato "sapere di cittadinanza". Le mafie infatti temono il sapere, perchè la conoscenza rende gli uomini liberi e consapevoli dei propri diritti e ciò rende molto più difficile la presa criminale sulle coscienze e le intelligenze.
E ancora le mafie non sarebbero una minaccia per la convivenza civile se non potessero contare sulle collusioni con politica e istituzioni, continua ancora il documento. Occorre definire un quadro di riferimento normativo, ma anche etico, a partire dalla concezione della politica come forma di servizio alla collettività. Il confronto va finalizzato a definire un'etica dell'impegno fondata su doveri e responsabilità, dove sia centrale una
"politica di legalità". Emerge sempre più prepotente una
"domanda di giustizia" che interpella non solo gli operatori del diritto ma la società nel suo complesso. » necessario anche ragionare su quale modello di società si prefigura alla luce dei progetti di riforma della giustizia penale e civile in discussione in Parlamento. "In Italia sono presenti una sensibilità ed una competenza che non si esauriscono nell'azione delle forze dell'ordine e della magistratura ma che si manifestano attraverso l'impegno educativo, la formazione, l'educazione alla legalità", afferma
Don Tonio Dell'Olio, Responsabile settore internazionale di Libera. Le Contromafie sono quindi "un punto di confluenza di tante esperienze, dove è possibile ritrovarsi, confrontarsi, raccontare, dopo la prima esperienza nel 2006. Sono attese circa 500 persone solo di familiari di vittime di mafia sottolinea Dell'Olio . L'incontro è anche un modo per trasformare il loro dolore in testimonianza e diritti da vedere riconosciuti".
Nella scorsa edizione è stato chiesto al governo che ci fosse distinzione tra collaboratori di giustizia e testimoni di giustizia, "e l'abbiamo ottenuto aggiunge . Abbiamo chiesto anche di eliminare la distinzione tra vittime di mafia e delle guerre, non ci siamo ancora ma la direzione è quella giusta". Ancora altre questioni in primo piano per questa edizione delle Contromafie: "Siamo custodi della legge 109 del '96 sull'uso sociale dei beni confiscati alle mafie spiega Dell'Olio , ci vorrebbe uno strumento, un'agenzia ad hoc per rendere più efficace una gestione che ad oggi fa capo al Demanio dello Stato. Va sottolineata anche l'apertura internazionale di queste Contromafie, dato che le mafie da tempo sono internazionalizzate. A questa edizione partecipano cinquanta associazioni di circa trenta paesi europei e non solo".