Nucleare, le Regioni impugnano la legge davanti alla Consulta
Data:
01/10/2009Categoria: Altre News
11 Regioni ricorrono alla Corte Costituzionale contro le norme nazionali che hanno riaperto la porta all“energia atomica
Dopo aver contestato per mesi il piano nucleare del Governo le Regioni si rivolgono alla Corte Costituzionale per impugnare la Legge manovra n. 99/2009 che segna il ritorno all“atomo dell“Italia. Dopo Toscana, Piemonte, Calabria e Liguria ed Emilia Romana anche Campania, Lazio, Marche, Puglia, Umbria e Basilicata hanno deciso di presentare ricorso.
Le Regioni, in sostanza, contestano il ruolo marginale riconosciuto loro nella localizzazione dei siti. In particolare, puntano il dito contro l“articolo 25 (Delega al Governo in materia nucleare) il quale prevede che la costruzione e l“esercizio di impianti per la produzione di energia elettrica nucleare e di impianti per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi o per lo smantellamento di impianti nucleari a fine vita siano considerati ´attività di preminente interesse stataleª e, come tali, soggette ad autorizzazione unica rilasciata con decreto del Ministro dello sviluppo economico, Ambiente e Infrastrutture. Previa intesa, questo il punto contestato, con la conferenza unificata. Le Regioni, invece, chiedono più voce in capitolo. L“intesa, questa la richiesta, va concordata con la Regione interessata all“impianto atomico. Contestata anche l“attribuzione al Governo di individuare nella legge delega le modalità di esercizio del potere sostitutivo del Governo in caso di mancato accordo con i diversi enti locali coinvolti.
Fiducioso il ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola. Garantire all'Italia ´energia elettrica a prezzi allineati con quelli degli altri Paesi europei nel pieno rispetto dell'ambiente è un bene primario per i cittadini e per la tutela dell'unità economica del Paeseª e dato che ´quest'obiettivo si può raggiungere solo con una quota di energia nucleare, crediamo che il potere sostitutivo del governo sia non solo legittimo ma necessario. Speriamo che la Corte Costituzionale confermi quest'orientamentoª.
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