Le due guerre. Perchè l“Italia ha sconfitto il terrorismo e non la mafia
Data:
25/09/2009Categoria: Un libro a settimana
Un libro di Gian Carlo Caselli si interroga sulle ragioni che non hanno consentito di sconfiggere la mafia in Italia
Il volume è scritto a quattro mani insieme al figlio Stefano, giornalista. Ripercorre trentacinque anni di storia italiana attraverso lo sguardo e le riflessioni di un protagonista della lotta contro la criminalità organizzata, prima contro il terrorismo a Torino come giudice Istruttore, poi a Palermo
come Procuratore Capo. Sono testimonianze che portano alla luce risvolti e aspetti privati di un uomo impegnato in prima linea insieme alla sua famiglia e che nel corso degli anni al servizio della legalità ha visto perdere amici e colleghi.
Perchè l'Italia è riuscita a sconfiggere il terrorismo ma non è riuscita a fare altrettanto con la mafia, che nel nuovo secolo si presenta con eguale e forse superiore forza aggressiva? Caselli risponde alla domanda motivandola con la diversa natura tra Brigate Rosse e mafia che, a differenza del terrorismo, è un fenomeno insediato nel sistema, non estraneo alla borghesia, alla politica e
alla società. Dalla Torino degli anni Settanta alla Palermo dei Novanta, il volume ripercorre numerose vicende: dal processo contro capi storici delle Brigate rosse al pentimento di Patrizio Peci, dalle stragi di Capaci e via D“Amelio all'arresto di Totò Riina e di decine di altri latitanti, passando per il caso Cossiga/Donat-Cattin e il processo a Giulio Andreotti.
Lo stile elegante e discreto e la narrazione priva di personalismi e slanci retorici contribuiscono a rendere il volume un prezioso documento teso alla ricerca della verità e alla denuncia verso le possibili responsabilità del "terzo livello" dello Stato.
Torna all'elenco delle notizie