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Reato di clandestinità, Barrot: "Italia contro il diritto comunitario"

Data: 07/07/2009
Categoria: Altre News
L'annuncio del vicepresidente della Commissione europea: "Il pacchetto sicurezza sarà esaminato per verificare la compatibilità con le norme Ue"
La Commissione europea intende esaminare il "pacchetto sicurezza" adottato il 2 luglio scorso in Italia per verificare la sua compatibilità con il diritto comunitario, ha annunciato Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione europea e Commissario della giustizia, della sicurezza e delle libertà. Barrot ha ricordato che l'Unione europea "non accetta misure generali" e che i controlli "devono essere "individuali, determinati e proporzionali". La nuova legislazione adottata dal parlamento italiano introduce invece un generico "reato d'immigrazione clandestina", punito con un'ammenda da 5 mila a 10 mila euro, accompagnata dall'espulsione immediata, rende obbligatoria la presentazione del permesso di soggiorno o del passaporto per dichiarare la nascita di un bambino e prolunga da 2 a 6 mesi il soggiorno degli immigrati irregolari nei Centri di identificazione e espulsione per permettere la loro identificazione in previsione della loro espulsione verso il loro paese d'origine. Secondo il Commissario europeo Jacques Barrot è soprattutto l“introduzione del reato d'immigrazione illegale a non essere compatibile con la normativa comunitaria. L'elenco delle obiezioni della Commissione nei confronti dell'Italia è lungo. Poichè la nuova legge sull'immigrazione si scontra con un principio fondatore dell'Unione europea che è quello della libertà di circolazione. "Quando il governo italiano fa votare una legge che prevede di introdurre il reato d'immigrazione illegale ha dichiarato Barrot - e quando questo reato può accompagnarsi ad un'espulsione immediata, allora la legislazione italiana è contro il diritto comunitario". Perchè queste critiche? Semplicemente perchè in Italia possono facilmente trovarsi in queste condizioni anche cittadini dell'Unione europea, ad esempio rumeni o bulgari che, per la maggior parte, non hanno diritto di lavorare legalmente in Italia. Lo stesso discorso vale per i rom, che secondo Barrot sono chiaramente nel mirino di questo nuovo apparato legislativo. » questa la "linea rossa" da non superare secondo il commissario Jacques Barrot, che ieri ha dichiarato che "la Commissione europea aveva già espresso al governo italiano che non può essere applicabile al cittadino comunitario una legge che prevedesse un aumento della pena per l“immigrazione in situazione irregolare. Inoltre abbiamo segnalato al governo italiano che l'espulsione automatica degli stranieri in caso di condanna a oltre due anni di detenzione non è neanche questa applicabile ai cittadini comunitari". Concludendo, Bruxelles chiede al governo italiano di fare "marcia indietro". Non sarà quindi facile per l“Italia espellere o rinchiudere cittadini dell'Unione europea che si trovano in una situazione irregolare. Resta invece il problema dell'immigrazione illegale in provenienza dall'Africa o dall'Asia, e su questo punto il governo italiano è libero di fare ciò che vuole, o quasi. » questa anche una delle ragioni per le quali la presidenza svedese dell'Unione europea insiste per un'armonizzazione delle politiche d'immigrazione, almeno per quanto riguarda i profughi ed il diritto d'asilo.


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