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Situazione esplosiva nelle carceri pugliesi

Data: 01/07/2009
Categoria: Altre News
A Lecce i detenuti sono più del doppio col rischio che in estate manchi l'acqua. Don Raffaele Bruno: “Non è possibile neanche garantire il minimo”
In Puglia sono 4.156 i detenuti distribuiti nelle poche strutture ricettive (cinque) con la polizia penitenziaria sotto organico (3mila unità). » quello che emerge dal sesto rapporto di Antigone sulle carceri italiane. Ma la situazione del sovraffollamento in Puglia sta portando ad una vera e propria esplosione. Tubercolosi, Aids e malattie veneree sono minacce da sempre e la Uil Pa Penitenziari insiste sulla totale assenza di qualsiasi protocollo di profilassi a tutela della pubblica incolumità di operatori e detenuti. Per questo il sindacato della polizia penitenziaria (Sappe) nei giorni scorsi ha indetto lo sciopero della fame del personale addetto, seguito dallo sciopero bianco (l“applicazione rigida del protocollo carcerario che inasprirebbe la situazione già sull“orlo del collasso). "Negli ultimi anni la legge ex Cirielli ha accentuato il problema della recidiva colpendo i più disgraziati che, usciti dal carcere, non vedono via d“uscita e ricadono nel circuito microcriminale; la Fini Giovanardi, poi, ha indifferenziato uso e spaccio di droghe leggere o pesanti, prevedendo da 6 a 20 anni di reclusione" spiega don Raffaele Bruno, il cappellano del carcere Borgo San Nicola di Lecce. "Se a questo si aggiunge il reato di clandestinità, di fatto si sta criminalizzando il disagio sociale". "Il sovraffollamento non è dovuto all'incremento di reati spiega don Raffaele - è dovuto invece ad una serie di norme che intercettano ormai il disagio solo penalmente. Se si taglia sul welfare, il disagio non può che avere una valenza penale. Tossicodipendenti, immigrati, poveracci sono questi gli utenti del carcere oggi". La privazione è purtroppo a 360 gradi: ne soffrono i detenuti che non riescono a svolgere neanche le normali attività e ne soffre il personale, peraltro sempre più ridotto: "il detenuto continua il cappellano del carcere di Lecce - vive 24 ore su 24 in cella senza alcuna attività. Io stesso in alcuni reparti non faccio messa da mesi". Soprattutto, questo non è più il tempo per organizzare delle risposte estemporanee. "Bisogna dare delle risposte subito, oggi, perchè al di là del discorso sicurezza la cosa più tragica è l'aspetto trattamentale che metta nelle condizioni i soggetti di avviare un percorso serio. Quest'anno c'è stato anche un notevole taglio alle finanze delle carceri e i materiali tutti, anche quelli medici e igienici, sono ridotti. A Lecce il rischio è che manchi anche l'acqua in estate perchè i detenuti sono più del doppio!".


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