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Il debito dei Paesi poveri? ''Non è più nell“agenda del G8''

Data: 30/06/2009
Categoria: Altre News
Il parere dell'economista Riccardo Moro: “Il tema del debito fu al centro dei colloqui al G8 di Genova. C'era un movimento della società civile che ne chiedeva la cancellazione”
"Il debito estero strozza ancora molti paesi in via di sviluppo, ma la sua cancellazione non è più nell“agenda del G8": Riccardo Moro, economista, dal 2000 è il direttore della Fondazione Giustizia e solidarietà della Chiesa italiana, che ha gestito l'operazione di conversione del debito estero verso l'Italia di Zambia e Guinea. "Ci sono paesi africani che si stanno indebitando fortemente con la Cina". Nel 2000 la Chiesa italiana, in occasione del Giubileo, lanciò una raccolta di fondi con l“obiettivo di cancellare il debito che Zambia e Guinea avevano verso l“Italia. Un“operazione riuscita, che ha coinvolto non solo i fedeli italiani, ma anche i governi dei tre paesi, le chiese africane e le ong. I soldi raccolti dalla Chiesa italiana (16 milioni e mezzo di euro) e il 10% di quelli che i due governi non hanno più dovuto versare all“Italia sono serviti a finanziare 719 progetti di sviluppo in Guinea e 394 in Zambia. "Il tema del debito fu al centro dei colloqui dei capi di Stato al G8 di Genova - ricorda Riccardo Moro -. C“era del resto un vasto movimento della società civile internazionale, iniziato con il G8 di Colonia, che ne chiedeva la cancellazione". In Italia non ci fu solo la campagna della Chiesa, ma anche "Sdebitarsi" promossa da associazioni laiche e cattoliche con l'obiettivo di fare pressione su governo e Parlamento. Le due campagne hanno ottenuto che venisse approvata una legge (la n. 209) che impegnava l'Italia ad avviare le procedure per cancellare il debito dei Paesi poveri. I Paesi in via di sviluppo sono ancora indebitati, soprattutto verso l'Occidente: nel 2000 il debito ammontava in totale a 2,2 miliardi di dollari, nel 2007 a 3,3. "In Africa e Medio Oriente è sceso spiega Riccardo Moro-. C“è stato un vero e proprio boom invece in Asia Centrale". Ma quello che strozza di più sono gli interessi (il cosiddetto "servizio del debito"): nel 2000 ammontavano a 13,5 miliardi di dollari (quindi molto più del debito), nel 2007 circa 16,8. "Se il debito nel 2000 impediva investimenti per lo sviluppo, ora la situazione in alcuni Stati è peggiorata, soprattutto con l“arrivo della recessione che anche lì si fa sentire". Per far fronte alla crisi economica stanno ricominciando ad indebitarsi. "La Cina sta concedendo prestiti perchè vuole aumentare la sua influenza in Africa alla ricerca, com“è, di fonti energetiche - spiega Riccardo Moro -. Ma in questo modo i Paesi africani rischiano di ricadere nel girone infernale dell“indebitamento dal quale avevano iniziato a uscire nei primi anni del 2000". L'Italia dal 2000 ad oggi ha finora cancellato 6,37 miliardi di euro in 39 Paesi. La cancellazione più alta è stata quella verso l“Iraq, oltre 2 miliardi di euro, quella più bassa verso il Rwanda, appena 40mila euro. La remissione del debito di Zambia e Guinea è l“unica che ha visto la partecipazione della società civile: "In questi due casi il coinvolgimento delle chiese, delle ong e dell“associazionismo ha permesso una vera e propria conversione del debito in progetti di sviluppo - sottolinea Riccardo Moro -. Questa era e rimane la sfida della cancellazione del debito: trasformare questo cappio al collo dei Paesi più poveri in un“occasione di sviluppo. Peccato che i capi di Stato non ne parlino quasi più".


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