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Immigrazione e accesso ai servizi sanitari

Data: 26/06/2009
Categoria: Altre News
Si è svolto a Lecce un incontro promosso da Asl e Regione Puglia. Nessun rischio di denuncia per gli irregolari che si rivolgono ai servizi. Avviata un'analisi dei bisogni
Accesso degli immigrati ai servizi sanitari regionali: se ne è parlato giovedì 25 giugno, a Lecce, in un incontro organizzato dalla Asl in collaborazione con l“Assessorato alle Politiche della Salute della Regione Puglia, incontro a cui hanno partecipato molte persone extracomunitarie. Dopo le numerose polemiche legate alla proposta di Governo sul Piano sicurezza, che avanzava la pretesa di denuncia dei pazienti immigrati clandestini da parte dei medici, si è diffusa la peggiore delle epidemie: la paura. Il problema riguarda principalmente gli immigrati irregolari che per paura di essere denunciati tendono a non rivolgersi più al servizio sanitario covando molto spesso infezioni, o situazioni critiche legate alla gravidanza per quanto riguarda le donne, problemi che con il tempo risultano maggiormente pericolosi. "Lo scopo dell“incontro, oltre a fornire informazioni utili, era quello di rilevare i bisogni degli immigrati, conoscere le problematiche legate alla sanità per poter con il tempo fornire le giuste risposte", ha sostenuto Sonia Giausa, responsabile dell“ufficio relazioni con il pubblico del distretto di Lecce. E ha ribadito alla sala di utenti immigrati la mancanza di rischi legali nel rivolgersi ai servizi sanitari. La Regione Puglia, infatti, a questo proposito ha espresso la sua chiara disapprovazione nei confronti della proposta di sicurezza del Governo. Il dottor Umberto Caracciolo, nel corso nell“incontro, ha fornito le giuste indicazioni per accedere al servizio sanitario, spiegando quali sono le differenze tra i diversi tipi di immigrazione e i servizi sanitari di cui è possibile usufruire. La differenza principale è tra cittadini della comunità europea e non, ma anche tra aventi permesso di soggiorno e irregolari. Oltre ai dettagli tecnici e informativi, l“incontro ha sviluppato anche tematiche legate all“aspetto sociale delle comunità di immigrati. Uno dei problemi è il sovraffollamento dei luoghi in cui queste persone si ritrovano a vivere, ma anche il clima diverso da quello del Paese di provenienza, lo stress con cui vivono, i servizi igienici e l“assenza di acqua potabile. Il dottor Alberto Fedele, che è intervenuto sulla prevenzione delle malattie infettive, si è infatti soffermato su aspetti che possono sfuggire ma che nella diffusione delle malattie sono fondamentali. "Molto spesso si crede che gli immigrati siano portatori di malattie, semmai è il contrario", sostiene Fedele, " il sistema immunitario degli immigrati è diverso dal nostro, quindi è molto probabile che essi siano vittime di malattie diffuse nel nostro Paese". A concludere l“incontro sono stati gli interventi del dottor Leonardo Donateo, che si è soffermato sui casi di tubercolosi, e le domande degli immigrati presenti che chiedevano chiarimenti. Donateo, nel corso della sua argomentazione, ha però affrontato un problema che non è solo medico, quello cioè della comprensione della lingua. Non si può infatti pensare di fornire un servizio a qualcuno senza riuscire a comunicare e a farsi comprendere.


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