Non più “ideologia”, ma scelta specifica. Il volontariato giovanile cambia
Data:
24/06/2009Categoria: Altre News
Una ricerca Caritas indaga sulle motivazioni dei giovani. Scuole e università possono essere un tramite, cresce il volontariato episodico.
Un“indagine che vuole per prima cosa riprendere una riflessione interrotta da anni; una ricerca che propone le prime suggestioni, ma che continuerà con altre indagini sui giovani in prima persona, la testimonianza di vite vissute, e loro come protagonisti. E che ora ha voluto capire, grazie alle interviste a testimoni privilegiati (non i giovani, ma chi lavora con loro, direttori di Caritas, responsabili di organizzazioni, associazioni di volontariato..) che cosa è cambiato, negli anni, nel mondo del volontariato giovanile nel contesto delle Caritas diocesane.
"L“individualismo, una sorta di egoismo racconta Nunzia De Capite, collaboratrice Caritas che ha contribuito alla stesura del progetto : queste le primissime evidenze emerse da un“esplorazione dei giovani, che però non abbiamo ancora incontrato. Forse non è corretto parlare di egoismo, è una sorta di chiusura in linea con il clima di disaffezione e con alcuni dati oggettivi".
» un fatto che ci siano meno giovani propensi al volontariato rispetto ad una volta, quando l“impegno era "ideologizzato", rispetto ad esempio ad un“appartenenza cattolica, uno sbocco scontato se si apparteneva ad esempio a una parrocchia.
"Oggi invece è una scelta specifica prosegue De Capite anche non provenendo da mondi cattolici, ma da mondi altri. C“è quindi un“attrazione specifica".
Esistono giovani che si avvicinano al mondo del volontariato tramite l“università, in quanto in alcune facoltà il volontariato è previsto come tirocinio "non è quindi una motivazione emotiva, ma un accostamento, se si vuole, inizialmente strumentale, per ottenere crediti formativi. In alcuni casi, però, il modo in cui si vive il volontariato induce a restare, a rimanere aldilà del tirocinio stesso. Il primo contatto allora può essere strumentale, ma poi c“è una continuità".
Un elemento che induce quindi a riflessioni sulla necessità, forse, di una sensibilizzazione in scuole e università.
Uno degli altri aspetti presi in considerazione dalla ricerca è l“analisi degli organismi del mondo del volontariato, le dinamiche e il funzionamento "In alcuni casi la struttura è rigida, non aperta o flessibile, e allora non si adattano al mondo giovanile, e quindi non si crea la complicità necessaria".
Inoltre, il fattore gruppo, che trascina l“individuo, ad esempio un gruppo parrocchiale che trascina diversi componenti, e infine un altro aspetto rilevato, che è segno dei tempi:
il volontariato episodico, molto di più rispetto al passato e un livello di adesione più basso. "Queste le primissime suggestioni conclude De Capite la ricerca è in progress, ci sono questioni e ipotesi di lavoro da esplorare e riprendere, spunti di riflessione per analisi successive".