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Da Corigliano NO ad un nuovo ecomostro nel Salento

Data: 25/05/2009
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
Nasce un nuovo comitato aderente al Coordinamento Civico delle associazioni contro l“ipotesi dell“ennesima centrale a biomasse
Seduta straordinaria a Corigliano d“Otranto per le numerosissime associazioni aderenti al "Coordinamento Civico per la tutela del territorio e della salute dei cittadini", organismo apartitico costituitosi a Maglie nella lunga notte dell“incidente mortale che ad ottobre è costato la vita ad un giovane operaio della Copersalento. E proprio dal centro della Grecìa salentina, dopo aver ribadito la contrarietà al progetto di riavviamento dell'inceneritore Copersalento o alla nascita di un nuovo termovalorizzatore al suo posto, si leva il deciso NO delle associazioni a qualsiasi ipotesi di nuovo "ecomostro" alle porte dei centri abitati di Corigliano e Soleto. Da settimane, infatti, si fanno sempre più allarmanti le indiscrezioni riguardo il progetto di una grande centrale a biomasse, nello specifico ad oli combustibili, di 37 MegaWatt, che potrebbe sorgere nell“agro di Corigliano d“Otranto, per iniziativa di un noto gruppo industriale agro-alimentare privato già operante nella zona. I cittadini hanno preso atto delle valutazioni formulate dagli esperti interpellati (oncologi, epidemiologi, ingegneri e biologi) sulle possibili conseguenze in termini di inquinamento ambientale e danni per la salute che l“approvazione di un simile progetto avrebbe come diretta conseguenza. Sotto accusa, in particolare, la combustione ininterrotta (24 ore su 24) degli oli vegetali d“importazione necessari al funzionamento di questo tipo di centrali per la produzione di energia, definite "centrali a biomasse". "La definizione di centrali a biomasse spiega, parlando a nome del Coordinamento Civico di Maglie, Oreste Caroppo, presidente del movimento per "La Rinascita del Salento", - è una palese strumentale utilizzazione del termine greco bios, che vuol dire vita, per celare i danni ambientali e alla salute delle persone, che questo tipo di centrali, al pari degli inceneritori, comportano. Già 18 progetti di centrali a biomasse sono in fase di valutazione o realizzazione e a ben 49 ammontano le domande totali che imprenditori privati hanno già presentato ai comuni salentini per la costruzione di altrettanti centrali. Se teniamo conto che per bruciare tutti i residui agricoli del Salento basterebbero una o due centrali del tipo di quella che si vorrebbe realizzare a Corigliano, ne consegue che per poter funzionare, queste centrali saranno costrette, come già specificato nei loro progetti, ad importare dal Senegal, dal Madagascar e da altri lontanissimi Paesi quantità ingenti di "biomasse" oleose, (tra queste persino oli vegetali contenti composti a base di cianuri, usati nei paesi d“origine per stordire i pesci e pescarli!), che dovranno essere bruciate senza interruzione ogni giorno per 365 giorni all“anno alle porte dei nostri centri abitati; una centrale da 35 megawatt è l“equivalente di 1500 auto diesel costantemente accese e tutto questo è assolutamente immorale, ed inaccettabile soprattutto in un territorio, quale il Salento, già terribilmente provato dall“inquinamento derivante da Cerano, dall“Ilva e dalla Copersalento. Inoltre è da sottolineare che la Puglia non ha bisogno di altra energia visto che già ora produce il doppio del suo fabbisogno. Il leitmotiv - continua Caroppo - di questa folle corsa all“industrializzazione selvaggia del territorio salentino è nei cospicui incentivi dati dallo Stato agli imprenditori, e provenienti dai soldi delle bollette Enel, che da 10 anni sono appositamente maggiorate del 7% (il cosiddetto CIP6), e che sono pagate da quegli stessi cittadini che si vedranno compromesso il loro vitale habitat! Grazie sempre a questi stessi incentivi e alla vendita dell“energia prodotta all“Enel, molte imprese energetiche sono spinte ad acquistare ettari ed ettari di uliveti, campi agricoli, e prati rocciosi, da desertificare per impiantare selvaggiamente piantagioni di pannelli fotovoltaici e mega pale eoliche, che sfigureranno irrimediabilmente il paesaggio e cancelleranno la biodiversità e la vita di quello che era considerato "il Giardino del Mediterraneo" e uno dei suoi principali "poli turistici", e che invece sarà stuprato da migliaia di chilometri di nuovi cavi elettrici, che ne incrementeranno a dismisura l“inquinamento elettromagnetico! Questa sete di guadagni facili non ha nulla a che vedere con la marcia doverosa verso le energie rinnovabili e pulite, che devono essere volte a sostituire le fonti fossili, e limitarsi a soddisfare il fabbisogno locale con piccoli impianti fotovoltaici diffusi, cosa che non sta avvenendo, in uno scenario che vede, persino, il ritorno dell“Italia all“inquinantissimo nucleare! Subisce il Salento, con gravissimo danno del suo territorio e delle sue genti, la più grande speculazione del millennio, quella delle energie rinnovabili, costruita sulla immorale strumentalizzazione del Protocollo di Kyoto, e favorevole alle pochissime persone, imprenditori e politici corrotti, del cosiddetto, ormai nei mass-media, clan delle rinnovabili. Le associazioni di cittadini del Grande Salento bocciano questo modello di distruzione selvaggia del territorio, che non ha riguardo per la salute delle persone e chiedono a gran voce una moratoria di tutti i progetti industriali in via di realizzazione o autorizzazione in materia di energie rinnovabili, per consentire una doverosa e condivisa programmazione energetica in sede inter-provinciale assieme ad associazioni e cittadini di quelli che potranno essere i progetti eco-compatibili. Ciò anche in virtù dell“allarme lanciato dal TAR Puglia che stigmatizza questa "corsa all“oro delle energie rinnovabili che sta minando la legalità del tessuto politico-sociale del Salento", e dall“assessore all“Assetto del territorio della Regione Puglia, Angela Barbanente, che dichiara pubblicamente come la situazione delle energie rinnovabili è sfuggita di mano e non ha avuto quel coscienzioso controllo che il mondo della politica per dovere è chiamato a fare! Certamente non sono compatibili con la salubrità del territorio e la salute dei cittadini nè l“ipotesi di centrale ad oli combustibili nel Comune di Corigliano, che già soffre della grave ferita della discarica sulla falda acquifera, nè il progetto di termovalorizzatore che alcuni vorrebbero realizzare a Maglie sulle ceneri della Copersalento ancora fumanti di diossina sparsa un pò dovunque, tanto che la ASL di Maglie ha sentito il dovere di sollecitare i sindaci della zona ad emanare ordinanze per vietare la raccolta di vegetali e la commercializzazione di latte e di carni: una catastrofico inquinamento conclude Caroppo-, ahinoi, così forte da essere senza precedenti nella storia del basso Salento!".


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