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Razzismo legittimo?

Data: 27/04/2009
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
Ennesimo tentativo in Italia di legittimazione del razzismo. La denuncia di don Tonio Dell'Olio, responsabile area internazionale dell'associazione Libera.
"Il razzismo, anche nelle sue forme violente, è un pericolo e un'insidia sempre in agguato perchè c“è molta cultura che naviga a sostegno di questo genere di imbecillità". Dure le parole del responsabile area internazionale dell'associazione Libera, don Tonio Dell'Olio , che denuncia l'ennesimo atto di razzismo compiuto nel nostro paese, già svelato da Marco Travaglio su L“unità in cui ha riportato l' episodio svoltosi nel chiuso di un“aula giudiziaria. In una cittadina del nord due balordi, presentandosi come carabinieri, hanno picchiato e rapinato un viado brasiliano, urlandogli peraltro contro: "straniero di merda". Il fatto, di per sè grave, assume dimensioni quantomeno sconcertanti alla luce delle parole dell'avvocato cassazionista che intende far passare l“espressione usata come atto meritorio invece che offensivo: " Tale espressione lungi dal provare un intento ostile contro il viado, conferma la volontà di svolgere una funzione surrogatoria della Pubblica autorità di controllo dei flussi migratori (Ö) indagando sulle necessarie autorizzazioni amministrative in capo allo straniero". "Surrogatori o imbecilli?", si chiede comprensibilmente il responsabile di Libera. La gravità di questo tentativo di legittimazione di atti evidentemente razzisti e perciò stesso deprecabili emerge nella sua pienezza nelle parole di Rosi Leo Imperiale , presidente dell'associazione AMIS: "La volontà di far passare un palese atto razzista come meritorio e non offensivo è vergognosa,ci indigna. Gli episodi di razzismo nel nostro paese sono in continuo e preoccupante aumento. Ancor più preoccupanti sono i tentativi di oscurare , di giustificare e banalizzare tali episodi come normali e casuali episodi di violenza, come se l'aumentare della violenza in Italia non fosse comunque un dato allarmante. I migranti ormai hanno paura. Il nostro paese non è più così sicuro. Si sta diffondendo la cultura del rifiuto, del disprezzo, dell'ineguaglianza. Più che mai in questo momento è opportuno quindi intervenire educando alla pace e alla non violenza, diffondendo una cultura del rispetto delle diversità. Proprio la scorsa settimana la nostra associazione ha fatto un incontro in un corso per tecnici dei servizi sociali, in cui si è parlato di mediazione interculturale, immigrazione, razzismo. È questa quindi la strada da percorrere: educazione e cultura".


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