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Cinque per mille: per i beneficiari obbligo di rendicontazione dei fondi

Data: 06/04/2009
Categoria: Altre News
La norma introdotta con la Finanziaria per il 2008 e precisata con un Decreto del 19 marzo 2008. La trasparenza nella gestione come stimolo alla crescita per il volontariato e strumento per rafforzare i propri obiettivi
Gli enti che hanno beneficiato delle risorse del 5 per mille, organizzazioni di volontariato comprese, hanno l'obbligo di rendicontazione dei fondi ricevuti: la norma è risultato di un percorso avviato con La Legge Finanziaria per il 2008 (comma 6, art. 3 L. n. 244/2007) in cui si istituisce appunto l“obbligo, per gli enti che hanno ricevuto il contributo del 5 per mille, di "redigere un apposito e separato rendiconto, corredato da una relazione illustrativa, nel quale devono indicare in modo chiaro e trasparente quale sia stata la destinazione delle somme percepite". Le modalità di realizzazione del rendiconto sono poi state chiarificate con un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (art. 8, D.P.C.M. 19 marzo 2008, pubblicato sulla G.U.del 3 giugno 2008), in cui è precisato che, anche se l'obbligo si applica a tutti gli enti beneficiari, solo quelli che hanno ricevuto più di 15.000 euro sono tenuti a trasmettere i rendiconti e le relative relazioni al Ministero. Tutti gli altri saranno tenuti a conservarli per dieci anni e fornirli solo su richiesta. Il Decreto cita una modulistica particolare su cui dovranno essere redatti i rendiconti che, però, ad oggi non è stata ancora approntata. E“ però molto chiaro sulle tempistiche: i rendiconti, infatti dovranno essere compilati entro un anno dalla ricezione dei contributi e, per tutti coloro che hanno ricevuto somme superiori ai 15 mila euro, trasmessi al Ministero entro un mese dalla data ultima prevista per la compilazione. Così come sono piuttosto chiare le sanzioni in cui incorrono tutti coloro che non ottemperano a tale obbligo dal momento che l“Erario ha previsto la possibilità di recupero dei contributi erogati. Con questa legge s'introduce un“assimilazione, da un punto di vista della rendicontazione contabile, tra le raccolte fondi e le rendicontazioni del contributo cinque per mille che non potrà essere liberamente utilizzato dall“ente (per esempio, per il pagamento delle spese generali dell“ente stesso) ma destinato a precise attività e progetti. Ciò che a prima vista potrebbe apparire per molte organizzazioni di volontariato come un“ulteriore incombenza, può anche essere letto come uno stimolo alla crescita. La trasparenza nella gestione e la rendicontazione dei fondi a cui si accede tramite il 5 per mille offrono una nuova opportunità per costruire una relazione positiva con il donatore. Gli strumenti di misurazione delle proprie attività definiscono infatti standard di efficienza, perchè "essere" trasparenti e rendicontare con chiarezza il proprio operato porta a guardare costantemente alla propria mission e alle attività messe in campo per realizzarla. Un volontariato che vuole essere protagonista nella società, e quindi promotore sociale e agente di cambiamento, deve del resto per primo perseguire l“ottica del rinnovamento.


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