Cerca nel sito:  

“Fogli di Via”: racconti di un Vice Questore

Data: 03/03/2009
Categoria: Un libro a settimana
Rifuggendo i canoni classici del thriller o del giallo Gianpaolo Trevisi, vicequestore di Verona, apre le porte alla fiaba, raccontando il mondo dell“immigrazione con semplicità e fantasia.
Per capire il libro di Giampaolo Trevisi bisogna mettersi necessariamente su una linea di confine. Quella che sta tra la realtà e la fantasia, tra la cronaca e il romanzo, oppure tra ciò che è e ciò si vorrebbe che fosse. Anche perchè chi scrive si trova a sua volta in una condizione di frontiera: tra il poliziotto e l'essere umano, tra il dovere e il pensare. Leggere "Fogli di Via. Racconti di un Vice Questore" significa scoprire cosa potrebbe succedere se un uomo delle forze dell“ordine smettesse ad un tratto di fare quello che fa perchè deve, e cominciasse a farlo semplicemente perchè gli va. Così come l'autore al principio del libro decide di rinunciare allo stile neutro e impersonale della comunicazione d'ufficio, e inizia a lanciarsi con estremo senso del pericolo, nel mondo della narrazione, delle figure retoriche (forse non sempre spontanee) e del linguaggio letterario. L'ambiente che ci descrive Trevisi è duplice: da un lato la questura con le sue regole assurde, il suo caos e i suoi problemi; dall'altro l'universo dei migranti, fatto di tante esistenze diverse, quelle di provenienza spesso piene di sole e quelle di arrivo fatte di miseria, tutte mixate insieme per restituire un volto a chi cerca di farsi ascoltare. Una serie di racconti fatti di quotidianità e di speranze dove gli immigrati (con o senza documenti) smettono di essere un luogo comune, o peggio un pericolo, e divengono nuovamente uomini e donne con una storia da raccontare, occhi in cui specchiarsi, voci e corpi. Scopriamo in questo modo i colori dell“Africa dei venditori senegalesi o le baraccopoli che costituiscono il sottobosco urbano delle nostre città, così fredde e inospitali per lo straniero, e lo facciamo rivedendo anche noi, gli italiani, con un occhio diverso, più critico in relazione a loro. Noi che se prendiamo un aereo lo facciamo per andare in vacanza e non per essere rimpatriati, noi che vogliamo penalizzare i clandestini ma poi li sfruttiamo per il lavoro in nero, ma soprattutto noi che vogliamo essere capiti senza capire. Si parte sempre da un fatto di cronaca, racconti a cui ormai non diamo più peso perchè abituali sui giornali o nella quotidianità, descritti con la confidenza di chi li vive normalmente in prima persona ma anche con la sensibilità di chi riesce ancora a vedere nell'altro un proprio simile. Particolari insignificanti che diventano importanti e se anche il racconto si limitasse a questo, avrebbe comunque un proprio valore. Ma l'autore fa di più, reinventa i finali, rielabora le trame, immagina contesti nuovi e tutte le storie paiono diventare piccoli tasselli di una narrazione collettiva e in qualche modo legata, come le novelle di una Mille e una notte. Non c'è un intento morale dietro ai voli pindarici di Trevisi, non si giudica o si giustifica nessuno, solo la volontà di incontrare il prossimo, di conoscerlo e forse l'invito, verso il lettore, a fare altrettanto. Lo stile fiabesco, a tratti un po' ingenuo nell'uso di metafore forse abusate, è in realtà congeniale per raggiungere l'obiettivo: prendere in mano la realtà e plasmarla in una nuova forma, più bella e più colorata. Non a caso i protagonisti più a loro agio nei racconti sono i bambini, che da esseri indifesi e fragili diventano improvvisamente forti e capaci di rispondere ridendo a ogni caso della vita, sfidando la fisica e la burocrazia, risorgendo da mari in tempesta o fuggendo da una chiesa occupata. Lo stesso autore sembra a tratti un bambino quando decide di non accettare l'esistente solo perchè c'è, ma pretende di capire e anche di più, di cambiare quello che non va rinunciando al reale e rifugiandosi nel fantastico. Un fantastico multiforme e colorato per tutti, non solo per chi può permetterselo. Perchè "di fronte a un foglio di carta siamo tutti improvvisamente uguali" e potremmo scoprire, dopo aver storto magari la bocca, quanto questo in realtà sia semplicemente bello.


Torna all'elenco delle notizie
Sede centrale: Via Gentile, n.1a Lecce Tel.: 0832 392640 Fax: 0832 392640 E-mail:
Copyright © 2013-2015 Csvsalento. Tutti i diritti riservati.