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“Sono razzista, ma sto cercando di smettere”

Data: 23/02/2009
Categoria: Un libro a settimana
Di razze umane ce n'è una sola ma certi sentimenti non smettono di circolare. Nel libro di Barbujani e Cheli fatti degli ultimi anni, ordinanze comunali, discorsi “da tram” e “di scienziati”
Niente razze, ma molto razzismo. Nonostante studi approfonditi abbiano dimostrato da tempo che di razze umane ce n'è una sola, certi sentimenti non smettono di circolare. Siamo tutti parenti, discendenti dagli stessi antenati africani che hanno colonizzato in poche migliaia di anni tutto il pianeta. Niente razze, ma molte differenze, scritte un po' nel nostro Dna. E moltissimo nella nostra cultura, nei tanti luoghi comuni dove andiamo a inciampare ogni giorno, nei pregiudizi che ci guidano attraverso le piccole e grandi vicende della vita e che ci portano a subire, dire, fare o semplicemente pensare cose razziste. Dai due autori, Guido Barbujani e Pietro Cheli, in questo libro edito da Laterza una serie di testimonianze, fatti accaduti negli ultimi anni, passaggi particolari di nuove leggi, alcune ordinanze comunali, discorsi "da tram" e discorsi "di scienziati": tutto un repertorio di forme attuali di razzismo che ricordano purtroppo altre, che ebbero tragiche conseguenze, che si pensava ormai archiviate da tempo. Eppure, dicono gli autori, siamo ancora in una fase iniziale, un momento in cui il razzismo non è ancora davvero radicato, ma solo embrionalmente presente nei paesi occidentali, fase che può essere astutamente utilizzata da chi accarezza il malessere generalizzato e non sufficientemente contrastata (attraverso strumenti di conoscenza e di comunicazione) da chi invece intuisce la pericolosità della cosa.


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