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La Puglia ''vincola'' i medici al segreto

Data: 06/02/2009
Categoria: News Regione Puglia
È dura la risposta dell'amministrazione regionale alla vicenda delle cure mediche alle persone immigrate irregolari
C'è fermento sul fronte immigrazione nella regione Puglia a seguito del provvedimento approvato al Senato lo scorso 5 febbraio che impone ai medici di denunciare le persone immigrate irregolari che si rivolgono ai servizi sanitari. La reazione è secca e non lascia dubbi all'interpretazione: i medici non dovranno denunciare gli immigrati irregolari, ''altrimenti non potranno sottoscrivere alcun accordo con la regione Puglia'' tuona l'assessore regionale alle politiche sanitarie Alberto Tedesco. Per la Puglia, difatti, la decisione assunta ieri al Senato all'interno del pacchetto sicurezza, va in senso contrario e opposto al piano regionale della salute approvato la scorsa estate. Il piano regionale, infatti, prevede la "presa in carico" da parte dei medici di medicina generale dei cittadini stranieri temporaneamente presenti (Stp) in Puglia, senza permesso di soggiorno. La norma - unica in Italia, una simile esiste soltanto in Umbria - è stata inserita dal governo regionale all'interno del piano della Salute e approvata nel luglio scorso. Di più. La stessa norma è già inserita nel ddl regionale sull'accoglienza delle persone immigrate (art. 10) che è all'esame della sesta commissione regionale per la definitiva approvazione. ''Convocheremo un comitato con i medici di base nel quale spiegheremo che alla base dell'accordo deve esserci una regola per cui chi sottoscrive la convenzione si deve impegnare a non denunciare mai i clandestini irregolari di cui eventualmente si farà carico'' continua l'assessore Tedesco. Secondo il presidente della Giunta regionale Nichi Vendola e secondo l'assessore Tedesco la legge approvata ieri "è pericolosissima perchè permette e anzi stimola la creazione di una rete sanitaria occulta, illegale e alternativa''. Sostegno all'amministrazione regionale è giunto anche dalla Federazione dei medici di Medicina generale: ''La legge approvata ieri in Senato - ha assicurato Filippo Anelli - è incompatibile con il nostro codice deontologico''.


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