"Non chiamatemi volontario"
Data:
09/12/2008Categoria: Altre News
Presentata a Roma la ricerca "Il volontariato in Europa. Dalla partecipazione giovanile al mediattivismo" realizzata dall'associazione Terra del Fuoco con il contributo dell'Agenzia per le Onlus.
È vero che i giovani sono in crisi di ideali, disillusi dalla politica e periò stesso rifiutano l'impegno, la partecipazione?
È vero che provano disaffezione verso il volontariato?
Sono domande che ricorrono oggi giorno nelle assemblee e nelle riuioni di associazione, fra gli addetti ai lavori che registrano un calo di adesioni di nuovi giovani soci.
Ma gli interrogativi da porsi sono altri. Ce lo dice la ricerca "Il volontariato in Europa. Dalla partecipazione giovanile al mediattivismo" realizzata dall'associazione Terra del Fuoco con il contributo dell'Agenzia per le Onlus e presentata a Roma, martedì 9 dicembre. Semmai la domanda dovrebbe essere: "com'è cambiato l'approccio dei giovani all'attivismo volontario" e ripensare, di conseguenza, le strategie per attrarre i giovani all'impegno associativo.
Perchè, in effetti, i ragazzi di oggi partecipano (le proteste di migliaia di giovani-studenti contro il decreto Gelmini è significativo), ma prediligono un impegno più libero e spontaneo, mentre
mal si adattano alle regole delle associazioni iperstrutturate laddove, per altro, raramente è concesso partecipare al potere decisionale.
Questo non vuol dire che siano degli individualisti, ma piuttosto che
tendono ad associarsi in maniera più informale, magari per scopi circoscritti ad una specifica tematica, per poi andare a disperdersi nel momento in cui tale circostanza venga meno.
Una fetta importante del proprio impegno i giovani lo esplicano tramite
internet: petizioni online, campagne specifiche tramite blog, forum tematici, ecc.
Circa
i motivi che spingono i giovani a prendere parte ad attività di volontariato associativo,
non solo l'altruismo ma anche aspetti egoistici pratici, sociali e psicologici: voglia di imparare e di acquisire competenze specifiche da inserire nel proprio curriculum vitae; voglia di entrare a far parte di un gruppo, di divertirsi; sensazione di aver fatto qualcosa di buono.
Interessante sapere che i giovani di oggi se da un lato riconoscono l'importanza dell'azione volontaria, dall'altra rifiutano come umiliante l'etichetta di "volontari": più da persone anziane.
Alcuni dati:
La ricerca analizza la partecipazione dei giovani all'attività di volontariato con un approccio comparativo con Regno Unito, Spagna e Germania.
Il 16% dei giovani europei (sotto i 30 anni) svolge attività di volontariato. Se dicidono di aderire ad un'associazione, nella maggior parte dei casi si tratta di grandi network nazionali ed internazionali. Mentre sono minime la partecipazione e la fiducia nei partiti e nei sindacati.
Percentuali di adesioni in Italia:
59% Amnesty International
47% Green Peace
11% partiti
Uso del tempo libero - media tra i quattro paesi europei:
45% svago, sport
40% incontrare amici
25% leggere
21% internet
19% guardare la Tv
17% ascoltare musica
16% andare al cinema
10% aiutare in casa
7% fare shopping
4% suonare uno strumento; fare qualche lavoretto per guadagnare
2% fare volontariato
19% altro
In Italia il volontariato giovanile è più diffuso che negli altri paesi europei: il 4% degli italiani rispetto alla Germania (2,3%), alla Spagna (",1%) e al Regno Unito che si attesta addirittura sotto la media (1%).
In Italia come nel resto d'Europa, i giovani manifestano maggiore disponibilità a partecipare ad azioni di protesta: manifestazioni, petizioni anche e soprattutto tramite il web.